L'Associazione
L’associazione per la tutela e la valorizzazione del fagiolo Gialét della Val Belluna nasce il 12 settembre 2012, all'interno dei locali della Villa Tomitano a Vellai di Feltre, in prov. Di Belluno, presso l’Istituto Agrario di Vellai.
La scuola ha selezionato il seme e cominciato una sperimentazione dopo di che ha affidato il seme ai produttori dell’Associazione.
Come associazione culturale lo scopo è quello di promuovere e preservare le caratteristiche dell’ecotipo Gialét, attraverso il lavoro dei soci produttori che coltivano e selezionano il seme, proteggendolo dal rischio di ibridazione.
L’ecotipo Fagiolo Gialét fa parte della lista che la Regione Veneto indica come prodotti alimentari tradizionali a rischio di erosione genetica e il Fagiolo Gialét della Val Belluna è entrato anche nel novero dei Presidi Slow Food.
L’associazione fa parte della più ampia comunità leguminosa di “Slow Beans”, un insieme di 50 associazioni e comunità del cibo, che si sono conosciute attraverso il movimento di Slow Food e che organizzano ogni anno un Festival itinerante per celebrare il gusto dei legumi, con una mostra mercato e le Fagioliadi, gara semiseria tra ricette tradizionali ed innovative legate ai vari legumi.
Slow Food e i Presidi
Dal 1999 Slow Food si impegna come associazione no-profit a valorizzare i prodotti alimentari per preservarne la produzione, le proprietà organolettiche e la cultura umana del territorio che li ospita; attraverso una lunga ricerca di tutte quelle realtà agroalimentari che per vari motivi rischiano l’estinzione.
Mediante una meticolosa analisi e definite metodologie di giudizio una commissione seleziona i prodotti da salvaguardare attraverso l’impegno di un presidio.
Un Presidio Slow Food è una comunità sinergica di persone che ogni giorno si impegna a salvare dall’estinzione prodotti autoctoni tradizionali e riproporli su un mercato solidale, equo e sostenibile garantendo la preservazione ambientale e il biodinamismo.
Un presidio è costituito prima di tutto da un gruppo di persone che credono in un’etica della produzione e della coltivazione sostenibile e che si impegnano a mantenere vive le tradizioni e le coltivazioni storiche del territorio in cui opera.
Con il termine “presidio” si intende una vasta serie di caratteristiche attribuite al prodotto dalla coltivazione, passando per la lavorazione fino alla vendita finale. Tali caratteristiche sono sigilli e garanzie di qualità, sostenibilità e etica.
Un prodotto sotto presidio viene coltivato seguendo un disciplinare stabilito e comune a tutti i produttori che si impegnano a utilizzare solo tecniche e elementi ammessi in agricoltura biologica mantenendo così il suolo in salute con successioni colturali regolari e naturali.
La coltivazione dei presidi garantisce la continuità produttiva nel tempo non essendo soggetta alle regole di mercato a cui invece sono vincolate le produzioni famigliari o industriali e meccanizzate.
L’Associazione di tutela del presidio ogni anno si applica per rinnovare gli impegni specifici e controllare che i soci produttori applichino sempre il disciplinare stabilito garantendo così la qualità, la storia e la riconoscibilità del prodotto ogni anno ai clienti. Nel promuovere il prodotto posto sotto tutela di presidio avviene anche la promozione territoriale con la diffusione della cultura e del valore umano della zona che ospita il presidio stesso. I membri dell’associazione sono tenuti a conoscere a fondo le proprietà organolettiche del presidio per portare nelle mani di chi sceglie di acquistare il prodotto la più alta garanzia di qualità, in linea con le tecniche etiche e biodinamiche della storia colturale del territorio.
Un’altra garanzia fornita dal prodotto posto sotto presidio è costituita dalla meticolosa scelta estetica del prodotto stesso. Così il Gialét si presta ad essere protagonista o anche degno accompagnatore di piatti importanti che necessitano di presentabilità estetica oltre che di impeccabile qualità organolettica.
Scegliendo un presidio non scegliamo solo di portare sulle nostre tavole la qualità e la certificazione di una coltivazione etica e sostenibile ma scegliamo liberamente di arricchire il nostro pasto con la storia, la cultura e la straordinaria ricchezza umana di un territorio. Questa scelta può sembrare un piccolo gesto ma è il primo e più significativo passo per preservare le tradizioni della nostra terra.